10 Novembre 2007 – Giro in bicicletta lungo la dorsale del Montello.
Ed eccomi di nuovo in Montello.
Siamo oramai in pieno autunno.
Per uscire, specie se in mtb, inizio a scegliere orari a cavallo del mezzogiorno. Per buoni motivi di luce e soprattutto di clima.
Infilo la bici in macchina, preparo anche un cambio per il dopo giro, e via verso il Montello.
Per me, da sempre, il Montello comincia a Nervesa della Battaglia. Ovviamente non ha senso, un colle inizia tutt’intorno, ma io penso sempre a Nervesa quando approccio il Montello.
Parcheggio, preparo la mtb, chiudo l’auto e dedico 5 minuti ad inventare un buon giro che mi porti a pedalare dove ancora non sono stato o che mi faccia ripercorrere qualche presa che non vedo da un tempo (cosi’ si chiamano qui le strade che attraversano per intero il colle, da sud a nord e viceversa).
Oggi scelgo di salire lungo la dorsale, per percorrere l’intero colle da Est ad Ovest, lungo la sua parte piu’ alta (o almeno cosi’ appare nella mia idea di Montello).
Da un piccolo cimitero presso Nervesa, salgo in direzione dell’Ossario, tenendo sempre la strada principale.
Passo vicino, appunto, all’Ossario, poi poco oltre mi lascio a sud il monumento di Francesco Baracca. Entrambi gia’ visti di recente, ma per chi non ci fosse mai passato, beh… In pochi minuti potete arrivarci, ne vale sempre la pena.
Tracciato totalmente asfaltato, percorso pochissime volte anche in auto, e per altro frequentato quasi esclusivamente da ciclisti.
Non e’ un tracciato da mtb, chi c’e’ passato lo sa, ma per me la mtb e’ un semplice mezzo di trasporto, non una fede.
Muoversi in mtb significa essere certi che in qualsiasi momento l’itinerario puo’ trasformarsi in sterrato, sentiero, vigneto, campo… Senza che il mezzo si trasformi in vicolo.
Un buon sole mi scalda sebbene una vento leggero porti aria decisamente fredda.
E’ una lunga processione di agriturismo, castagni, boschi e stradine, quella che mi si presenta a destra ed a sinistra.
Qui l’autunno sa fare bene il suo lavoro. Grosse foglie sulla strada fanno compagnia ai ricci di castagno, e sul limitare del bosco mi capita di avvistare un grosso cerchio delle streghe: una famiglia ben nutrita di funghi non commestibili, si e’ sviluppata a cerchio, dal diametro di qualche metro. Non si puo’ non fermarsi ad ammirarli.
Tutto e’ oggi coronato da un mix caldo di colori autunnali, ed il sole basso tra i rami sa scaldare gli animi, piu’ che i corpi.
Prendo mentalmente nota di alcuni degli agriturismo che incrocio. Mi vien da sorridere pensando che forse oggi sulla mia strada ci sono piu’ agriturismo che case! Niente male, speriamo che questa parentesi di territorio si conservi cosi’.
Giunto piu’ ad ovest possibile, inizio a scendere, fin quasi ad entrare a Pederiva del Biadene.
Poco prima del paese prendo la sterrata che da ovest aggira il Montello verso sud. Lo stradone si chiama appunto Via Stradone del Bosco.
Lo Stradone mi porta inizialmente verso sud e poi piega a percorrere verso est la parte bassa del Montello. Tracciato praticamente piatto, sterrato ed accompagnato da un corso d’acqua canalizzato artificialmente, che allieta notevolmente la pedalata.
Poseguo percorrendo tutto il lato sud del Montello, incrociando via via tutte le varie prese che da sud si spingono, prevalentemente in salita, fino alla strada dorsale, dove sono passato poco prima.
Ogni presa e’ un mondo a se, sterrato o asfaltato, ma comunque buono per una prossima uscita. Per oggi mi tengo basso, lungo lo stradone del Bosco che cambia poi nome ed aspetto, fino ad abbandonare anche il corso d’acqua.
Biadene, Caonada, Venegazzu’, Volpago del Montello, Selva del Montello, Giavera del Montello, Bavaria ed infine Sovilla e Nervesa della Battaglia.
Una lunga teoria di paesi che lascio sfilare appena piu’ a sud del mio tracciato.
La stanchezza lentamente inizia ad affiorare, il freddo penetra i vestiti. E’ ora di togliersi dalla strada e cercare un posto caldo, dove regalarsi un pannino con la soppressa ed un buon bicchiere di vino.
Rimetto in auto la mtb e dopo un cambio veloce di vestiti e l’aggiunta di un paio di strati, mi fiondo verso un’osteria che ancora ricorda le osterie di un tempo, vicino a Bavaria, di fronte alla “Doimo”. La potete riconoscere dall’insegna della birra Theresianer.
Panino con la sopressa e bicchiere di vin rosso. Ne approfitto per riscaldarmi un altro po’ e poi via verso casa.
Oggi e’ stato difficile tenere la dorsale senza farmi tentare dalle varie prese che si aprivano a destra e sinistra. La prossima uscita sara’ diversa, dovra’ togliermi la sete di “prese”, dovra’ portarmi su e giu’ per boschi e sterrate.
Non vedo l’ora!
Alcuni dati tecnici per i piu’ pignoli:
Si tratta di circa 36 km in totale, per l’intero anello.
Niente di tremendo se si considera che si tratta, per il 90% di asfalto e che lo sterrato e’ in piano.
Per me si e’ trattato di una pedalata di circa 2 ore o poco piu’… Ma io mi fermo spesso, se no non mi diverto!