29 Novembre 2004 – Escursione ad anello sul Monte Serva, Belluno.
Se non sapete chi sia la Serva, semplicemente andate da Ponte nelle Alpi a Belluno tenendovi a sud del Piave … mentre guidate, date un solo sguardo a ciò che vi sta a nord … l’insieme di pascoli scoscesi che fanno da sfondo alla cità di Belluno e’ esattamente la meravigliosa rampa verde che caratterizza il versante sud della Serva.
Possiamo quasi dire che Belluno va da se, ma accelera clamorosamente in bellezza quando a sfondo gli si piazza l’imponenza della Serva.
Verde quasi tutto l’anno e meravigliosamente bianco in inverno, la Serva ha stuzzicato l’appetito del Paletto per un bel po di tempo … finalmente ci siamo! E ci siamo nel migliore dei modi!
Convinti di salire alla cima della Serva attraversando la rampa di prati verdi, ci rendiamo conto, dopo un po, che l’appuntamento intermedio con la malga Pian dei Fioc, che ne segna quasi il baricentro, tarda a venire … la cosa si fa sospetta … potremmo aver cannato in pieno il sentiero.
Naturalmente i dubbi sono ben fondati, ad una rilettura attenta della mappa, scopriamo che ci siamo tenuti troppo in basso e stiamo già aggirando a sud le Crode dei For, spingendoci verso il più ripido e complesso versante est.
Aguzzando la vista notiamo segni rossi che ci guidano su una stretta e ripida valletta erbosa. A gran fatica ci alziamo di quota. Lunga faticosa e difficile da seguire, la traccia si confonde verso la parte alta … con tanta pazienza e un po’ di intuito riusciamo a portarci nuovamente sul versante giusto, il versante sud … e proprio sotto cima Tre Maschi!
Salendo alla Tre Maschi si vede chiaramente la malga Pian dei Fioc ed il sentiero che avremmo dovuto percorrere il mattino. Dalla Tre Maschi, dopo breve pausa contemplativa, si prosegue verso cima Serva lungo una sottile cresta. In poco meno di 30 minuti siamo alla croce di cima Serva.
In totale abbiamo impiegato quasi 4 ore fino alla croce.
Panorama mozzafiato a 360 gradi … inenarrabile … foschia a sud che avvolge e lascia trasparire le prealpi, cielo terso a nord … ma che ve lo descrivo a fare? … non c’e’ modo di renderlo a parole!
Prima di ripartire per il rientro aspettiamo il tramonto, rosso, giallo, liquido. Ce lo godiamo tutto, fino all’ultimo bagliore di fuoco all’orizzonte.
E ora via, giù verso la malga e ancora più giù, verso la strada.
Ci siamo meritati una birra fresca al vicino ristoro .
A ben pensare, se non avessimo sbagliato percorso al mattino, non avremmo certo scelto di fare un giro così ampio e per certi versi “inutile” … ma e’ stato proprio così inutile? Non ne siamo più tanto certi!
Non parliamo molto, le uniche parole che ricorrono sono “ne valeva proprio la pena” … e’ complesso descrivere quello che abbiamo visto, ma e’ dentro di noi e questo basta e avanza.