19 Giugno 2005 – Escursione al Rifugio Semenza, sul lato dell’Alpago
Alpago, a nord della foresta del Cansiglio.
A distanza di un anno circa il Paletto sceglie nuovamente il rifugio Semenza come meta dell’odierno girovagare.
La giornata in zona Vittorio Veneto si difende egregiamente, ma altrettanto non possiamo dire del cielo che inizia a prospettarsi in zona Fadalto.
Una rapida consulta ci mantiene comunque sulla rotta prescelta, gagliardi e sprezzanti del pericolo!
Arrivati in zona Tambre, Broz, etc… raggiungiamo Sant’Anna e da qui l’area di malga dove parcheggiata l’auto iniziamo il nostro viaggio.
Da Sant’Anna, per salire al Rifugio Semenza, se si esclude il percorso che da sud sale le varie creste del Gruppo del Cavallo, ci restano solo due vie principali: la alta e la bassa.
Scegliamo come lo scorso anno la via bassa per la salita e la via alta per il rientro.
Il percorso di andata offre due piccoli diversivi per spezzare un po il ritmo: una piccola baracca degli alpini presso una radura alla fine del bosco, e successivamente in noto Sassòn della Madonna (masso, altare e statua della Madonna).
Alla sosta presso il Sassòn della Madonna, veniamo richiamati da alcune grida sopra le nostre teste … alzato lo sguardo possiamo scorgere 4 o 5 figure in controluce che percorrendo il sentiero delle creste ci salutano a gran voce e braccia levate… straordinario!
Naturalmente la prossima volta si sale da li!
Dal Sassone in poi la nebbia si fa fitta e ci resta ben poco da osservare intorno. Ma non importa, il paletto ha visto di peggio, e forti dello spirito che ci anima ci spingiamo oltre … sarà dura, ma noi ce la faremo!
Giungiamo al Rifugio Semenza in 2 ore e 30 circa (complessive). Ma l’arrivo non e’ dei più radiosi, il Semenze e’ infatti avvolto nelle nebbie!
Ci accoglie il simpatico cagnone Otto che subito ci invita ad entrare per un lauto pranzo. E lauto sia! Chi pastasciutta, chi minestrone e per tutti infine formaggio cotto e polenta, birrozze, caffettino e sgnappe!
Nel post-pranzo per qualcuno scatta il pisolino in carega (in seggiola) per qualcun altro la cicca meditativa contemplando la nebbia … ad ognuno la sua dimensione.
Con fatica ci si appresta ad un rientro ovattato di nebbia, rallegrato da un gran bel gregge di pecore belanti verso 3/4 del percorso.
Rieccoci nuovamente in zona auto, e beffardo riecco il sole!
Ci si cambia con calma, tentando di rosolarsi un po all’agognato sole, ma la stanchezza si fa sentire, e’ ora di rientrare e cercare una buona birretta sulla quale spendere le riflessioni di chiusura di giornata.
Per questa volta abbiamo abbandonato l’idea della vetta del Cimon del Cavallo, la nebbia la rendeva poco invitante, oltre che praticamente invisibile!