08 Ottobre 2005 – Passeggiata in Pian Salere (Caneva, Pordenone)
Capita che per non voler vedere i propri limiti (o per non saperli riconoscere), ci si spinga oltre rischiando di farsi male. Storie di tutti i giorni, ovviamente. Fatto sta che dopo un po di corsa da principiante ho provato a correre anche in collina, su asfalto, affrontando a testa bassa salite e discese. Come brillante risultato ho passato le successive 3 settimane a zoppicare e trascinarmi, senza più l’uso delle ginocchia. :-/
Pian Salere, sulla strada che da Villa di Cordignano (TV) porta su in Cansiglio (strada del Pojat o dei Carbonai), assume proprio il significato di fuga dall’infermità.
Un po come dire “vorrei finalmente ricominciare a camminare ma non posso”. Certo la premessa non è delle migliori: siamo in autunno, in zona pedemontana costellata di tristi cave e per lo più su un tipo di terreno brullo, sassoso, che sa molto più di Friuli che di Veneto.
E invece Pian Salere fa breccia e mi rivede nuovamente li a salutarlo pochi giorni dopo. Infondo è una buona strada, si mantiene quasi sempre in costa e non è mai troppo scoperta, lasciando spazio alla possibilità di incontrare qualche animale di passaggio, o almeno alla speranza che succeda. Si percorre per quasi un’ora e poi piano piano la sterrata si spegne tra cespugli ed arbusti. Qualche amico mi assicura che a quel punto per traccia si può scendere in pianura senza ripercorrere la sterrata. Personalmente son rimasto 15 minuti in silenzio ad assorbire l’atmosfera di quel posto dove “una sterrata svanisce tra i cespugli” e l’unica cosa che ho notato martellare continuamente nella mia testa era il concetto di “cinghiale” e “cinghiale con prole”; questo assieme all’imbrunire che avanzava e alla totale solitudine di quegli attimi, mi hanno suggerito di non indugiare troppo e mestamente sono ritornato sui miei passi.
Un’ora, un’ora e mezza al massimo, per una passeggiata di rodaggio che in fondo ha lasciato un ricordo migliore di qualche altra.
Questa volta niente vino, ero ancora malandato e non ancora pienamente sicuro delle mie ginocchia … anche il Paletto si pone dei limiti! 😉