Domenica 13 Maggio 2007 – Camminata da Piana Cansiglio a Cima Monte Pizzoc, lungo il Vallone Vallorch.
Oggi uscita in due. Due di quelli buoni, di quelli che si parte sempre per star via qualche ora e si torna ogni volta al tramonto, se non dopo!
Ci troviamo in zona Vittorio Veneto verso tarda mattinata e per non sprecare ulteriori ore di luce, decidiamo di dedicarci al vicino Cansiglio.
Partiamo con le idee un po confuse, senza un itinerario ben delineato, e con un tempo che cambia lentamente sulle nostre teste.
Per strada consideriamo la probabilità di pioggia, la lunghezza di vari percorsi, le eventuali vie di fuga.
Alla fine decidiamo più col cuore che col ragionamento: si va in piana del Cansiglio e si risale il Vallone Vallorch, fino al rifugio Città di Vittorio Veneto, sulla cima del Monte Pizzoc.
Perché col cuore? Perche uno di noi ha un ricordo lontanissimo di quel pezzo di vallone che tanto assomiglia ad un canyon. Un ricordo che risale all’infanzia. Una certa voglia di rivederlo con gli occhi nuovi di un adulto.
Bene, deciso! Si sale in Piana del Cansiglio! Ma prima, passando per Crosetta, uno stop all’osteria sulla strada, in destra.
Panino col formaggio e bicchiere di rosso. Qual migliore carburante per partire alla grande?!?
Cartina sul tavolo studiamo un attimo il percorso e le eventuali varianti. E’ questo, per me, il momento più bello delle uscite: un tavolo, un buon rosso, pane e formaggio ed una LagirAlpina o una Tabacco da spulciare, studiare, inventare e fantasticare.
Ma il tempo stringe, “el sol magna e ore” si direbbe a casa mia! Bisogna lasciare l’osteria e darsi da fare!
Parcheggiamo sulla strada che dalla Piana del Cansiglio porta su verso il villaggio cimbro di Vallorch. Poco prima di entrare nel fitto del bosco parte il nostro sentiero.
Saliamo su quella che inizialmente è una strada sterrata, niente di complesso, e lentamente ci addentriamo nella Foresta del Cansiglio.
Dopo 20 minuti circa, passo tranquillo, ad un bivio che non riporta segnalazioni, prendiamo verso destra e da qui lentamente il fondo si fa più pietroso, siamo su un letto di torrente asciutto.
Altri 10 minuti scarsi e passiamo il punto più magico. Le pareti si alzano (dai 3 ai 5 metri) quasi verticali e ci troviamo quasi in un piccolo canyon. Il percorso fa qui una serpentina e le pareti si stringono a creare un posto quasi isolato e magico.
Questo è il posto che giaceva nei ricordi del bimbo che dopo anni si ritrova a rimarcare gli stessi passi di tanto tempo fa.
Da qui lentamente il letto del torrente sale con maggior inclinazione, si stringe e si complica con sassi, gradoni di roccia e cumuli di foglie trasportate dall’acqua.
Meno semplice ma mai complesso. Critico per una mtb ma affascinante per chi oggi ha scelto invece di indossare gli scarponi.
Il Vallone Vallorch termina sulla strada del Taffarel. Prendiamo a percorrerla verso sinistra, verso il Monte Pizzoc.
Dopo alcuni minuti, poco prima che il Troi del Taffarel esca sulla strada asfaltata che sale alla cima del Pizzoc, lasciamo il facile sentiero per cercare qualche altro brivido nel bosco, su una traccia che si apre sulla nostra destra, presso uno dei cartellini “F” che indicano la strada del Taffarel.
Si sale nuovamente su quello che sembra un letto di torrente, fino ad incontrare un confine segnato da tante lastre di pietra in fila, piantate nel terreno. Presso il confine, un cippo (del 1800 e qualcosa) segna confini ufficiali.
Seguiamo in salita la lunga fila di lastre che ora demarca la fine della Foresta e l’inizio di un gran prato in salita.
Dopo un paio di minuti ci addentriamo nel prato, salendo verso la cima per orientarci meglio.
Scorgiamo infine quella che sembra la direzione migliore per la cima del Monte Pizzoc.
Il senso dell’orientamento non fallisce. In 20 minuti circa siamo al rifugio Città di Vittorio Veneto. qui ci sediamo per un lauto pranzo. Se non ci siete mai stati, forse non potete capire. Si tratta di quel rustico casereccio condito di giovane intraprendenza che crea qualcosa di unico.
Intanto inizia a piovere, poco ma bagnato. Ci concediamo un paio di grappe per ingannare l’attesa.
E’ ora, il tempo è comunque grigio ma un po più clemente. Usciamo coperti da k-way e c’incamminiamo verso nord-ovest a cercare il sentiero H3, dove passa anche l’altavia 6.
Per casere e prati guadagniamo il bosco e su comodo sentiero, chiacchierando e cercando di smaltire cibo e grappe, ci portiamo verso la zona a nord del villaggio cimbro di Vallorch.
Quasi per istinto, ad una radura con diverse piccole doline, scorgiamo e scegliamo un sentiero che etra in bosco, alla nostra destra.
La scelta si rivela presto ottima. Dopo un po scendiamo sul sentiero del Taffarel e lo attraversiamo, confortati da alcuni chiari cartelli segnalatori.
Ed è a questo punto che si affaccia quella mezza angoscia di chi per l’ennesima volta ha lasciato la pila frontale in auto.
Ogni santa volta che si esce noi due, arriva il momento in cui pentirsi di non aver portato la pila in zaino.
Poi in realtà, matematicamente, ce la caviamo senza grossi problemi, ma c’è sempre quel momento dove sento di essere stato un “mona” per l’ennesima volta: la luce cala e la mia pila sta come al solito in auto invece che in zaino!
Anche stavolta fila tutto per il meglio. Mentre inizia ad imbrunire siamo già su buon sentiero, praticamente una sterrata, ben marcata e non pericolosa.
Le pile alla fine non sarebbero servite, anche se, arrivati alla macchina, è ormai buio.
Un classico. Ogni volta che ci si muove noi due pare una regola che volenti o nolenti il giorno lo sfruttiamo tutto fino in fondo.
Liberi da impegni mondani post-tramonto, decidiamo di restare in Cansiglio anche per la sera. Puntiamo dritti verso Casera Filippon, dove c’è un ottimo agriturismo che ancora non possiamo annoverare tra le nostre conquiste.
Questione di minuti! Poco dopo anche Casera Filippon è nostra! Seduti al tavolo, aspettando di lasciarci deliziare dal simpaticissimo cuoco, rivanghiamo la giornata, per darle un po di compattezza e…
Stop! Il cibo è in tavola! Alla prossima!!!