15 Febbraio 2009 – Escursione invernale a Casera Ditta in Val Mesaz, ai piedi del Monte Toc.
Finalmente una domenica di sole.
Dopo quasi 4 settimane che rimandiamo per impegni o per problemi meteo, finalmente oggi siamo pronti per una nuova uscita di gruppo.
Memori del freddo patito durante l’ultima escursione sulla neve, per questa domenica si è deciso di trovare un punto di arrivo che che offra ospitalità anche d’inverno e che magari serva anche pasti caldi, meglio ancora se piatti tipici della zona!
La scelta ricade su una casera che non visito da quasi 10 anni: Casera Ditta, in Val Mesaz, ai piedi del famigerato Monte Toc.
L’escursione è di breve durata. In circa un’ora e mezza solitamente si raggiunge la casera, percorrendo il sentiero che sul fianco est del Monte Toc si spinge a sud lungo la Val Mesaz.
Il dislivello è minimo. In lieve salita per metà del tracciato, il sentiero si dispone poi quasi in piano per un altro terzo del percorso, attraversando alcune zone di frana, per terminare infine con una discesa verso il torrente Mesaz e la sucessiva breve risalita fino a Casera Ditta.
Casera Ditta (aperta tutto l’anno), oltre che fornire servizio di trattoria, dispone anche di una ventina di posti letto, di cui però non approfitteremo in questa occasione.
Ho telefonato preventivamente su in casera per avere informazioni aggiornate sul sentiero; le ciaspe (ciaspole) non servono, mi ha confermato subito Adriano, il gestore di Casera Ditta (telefono 0427879010), ma magari un paio di ramponcini potrebbero tornar utili in alcuni brevi tratti. Comunque il sentiero è ben battuto e non ci sono rischi di slavine in questo periodo.
Approfitto della telefonata anche per segnalare quanti saremo lì a pranzo. Meglio sempre avvertire, specie se si vuole approfittare della buona cucina offerta da Casera Ditta!
Ottimo, abbiamo le informazioni che ci servivano, possiamo dare inizio all’escursione in tutta tranquillità.
Raggiunta la diga del Vajont, da Longarone, proseguiamo verso l’incrocio per Casso e qualche centinaio di metri prima prendiamo sulla destra la strada che passa oggi sulla ben nota frana del Monte Toc.
L’asfalto non è totalmente pulito, c’è ghiaccio ben stratificato, e pertanto, dopo nemmeno un chilometro, decidiamo di parcheggiare l’auto ed infilare gli scarponi.
L’idea è di raggiungere la casera per ora di pranzo, lasciando per il pomeriggio un’eventuale breve escursione nei dintorni.
A scanso di equivoci, carichiamo comunque le ciaspe nello zaino.
Non sappiamo esattamente come sia la neve intorno alla casera (se per caso nel pomeriggio decidessimo per una breve escursione nella zona) e comunque le ciaspe possono sostituire i ramponcini (che purtroppo non abbiamo) in caso di tratti di sentiero ghiacciato.
C’incamminiamo, sufficientemente spensierati, ben consapevoli che il dislivello è poco e che nel giro di 1 ora e mezza, al massimo 2 ore, saremo in casera, pronti per un lauto pranzo.
Dalla strada asfaltata, che in estate si può percorrere in auto, si passa presto ad una strada forestale (sulla destra) ben segnata e battuta, che segue la Val Mesaz.
La strada forestale è coperta da circa 20 cm di neve e presenta una traccia ben battuta che non richiede (come previsto) l’uso delle ciaspe.
A tratti alcune slavine hanno invaso la strada forestale, ma anche in questo caso la traccia è ben battuta e non c’è pericolo. Un occhio a monte è comunque il caso di darlo, quando si attraversano queste lingue di neve, qualche pezzo di ghiaccio o neve potrebbe sempre scendere lungo la superficie gelata della slavina.
La traccia ben battuta ed un cartello altrettanto visibile mostrano quando lasciare la strada forestale ed iniziare la parte su sentiero vero e proprio.
Il tracciato ora si fa ben innevato ma altrettanto ben battuto.
Senza grossi dislivelli ci portiamo presso un piccolo ponte, che probabilmente passa il Rui delle Ergnene, e continuiamo ancora verso una zona di frane dove vi consiglio di non sostare troppo. Ad osservare il sentiero e la neve, il distacco di roccette dalla zona a monte non mi pare sia poi così raro in questo tratto.
Dopo in tratto di frana, il sentiero scende verso il torrente Mesaz, che si attraversa su di un buon ponte.
Dal ponte su Mesaz si risale nuovamente, fino a casera Ditta, che dista oramai poco più di 5 minuti.
L’ultimo tratto consente di spaziare con lo sguardo sulla bianca vallata che accoglie Casera Ditta. Con il sole è uno spettacolo che riempie gli occhi.
Pranziamo all’aperto. Il sole scalda e fuori si sta bene.
La cucina è ottima come mi era stato detto. Le penne alla rucola e noci mandano un profumo che inebria. Salame all’aceto, frico e salsiccia arrivano in tavola e spariscono in un attimo … La camminata pomeridiana sfuma irrimediabilmente!
Ci rilassiamo all’aperto finché c’è sole, poi passiamo all’interno della taverna dove una stufa a legna riscalda i corpi e gli animi.
Grappetta e caffè. Siamo di nuovo pronti per uscire e metterci in cammino, il cammino del ritorno.
Il sole è ora dietro le cime e l’aria si fa rapidamente fredda. C’è poco tempo da perdere, meglio camminare e tenersi in movimento.
Una breve pausa per qualche biscotto ed un po di tè caldo e poi via, si rientra sullo stesso tracciato del mattino.
Un ultimo sguardo alle cime imbiancate, rientrando alle macchine. Montagne vicine le une alle altre, che chiudono gli orizzonti e che hanno sagome tutt’altro che regolari. Danno l’idea di un posto difficile, duro da vivere e ma bello da conoscere e capire.
Con le ultime cime negli occhi, le ultime considerazioni nella testa e le ultime chiacchiere nelle orecchie, si arriva presto alle auto.
Ci diamo appuntamento a passo Sant’Osvaldo per una fetta di torta ed una birretta e poi via, verso casa, per una buona doccia calda!
Alcune informazioni su Casera Ditta:
CASERA DITTA
Tel. 0427879010 (no email)
Segnavia 905 da Erto, Altavia 6.
Servizio di cucina anche a pranzo.
20 posti letto suddivisi in 2 camerate comuni ed 1 soppalco.
Servizio di mezza pensione (33 euro a febbraio 2009) comprendente: cena, pernottamento e prima colazione (bevande escluse)
www.rifugiocaseraditta.com