Domenica 2 ottobre 2011 – Escursione a Borgo Caloniche in Fadalto.
Ed oggi si va a vedere un piccolo gioiello incastonato in Fadalto.
Non so nemmeno quante volte, attraversando il Fadalto, mi son perso per un attimo a fissare quel piccolo borgo lassù a sinistra, sull’orlo della scarpata.
Il Fadalto è la stretta valle di origine glaciale che conduce, lungo la statale Alemagna o l’autostrada A27, da Vittorio Veneto (TV) verso il lago di Santa Croce.
Muovendosi verso nord, appena dopo il lago Morto, alzando lo sguardo proprio sulla sinistra, non si può non pensare per un attimo a dove hanno piazzato quel pugno di case.
Una settimana fa, proprio mentre passeggiavo intorno al lago Morto, mi è saltato all’occhio un cartello nuovo di zecca, che indicava la via verso Borgo Caloniche.
“Che sia proprio quel pugno di case?” mi son chiesto subito, ed una volta rientrato in auto ho verificato sulla tabacco che è proprio di quel pugno di case che si tratta: Borgo Caloniche.
Adesso, ad esser del tutto onesti, non è che per forza ci si debba arrivare a piedi per sentiero, esiste una strada asfaltata che vi conduce senza alcun problema o rischio.
Ma vi pare che io scelga di arrivarci per asfalto, sapendo che c’e’ un sentiero che mi ci porta in un’oretta di camminata tranquilla? Non sia mai!
Dopo tutte le volte che l’ho visto dalla strada, adesso che ho la possibilità di arrivarci, ci voglio arrivare a piedi!
E, come dicevo all’inizio, finalmente oggi si va a vedere questo piccolo gioiello da vicino.
Arriviamo poco dopo le 9 alla spiaggetta del lago Morto, in modo da trovare un parcheggio non troppo lontano.
La scena è totalmente occupata da surfisti, bagnati ed infreddoliti, che lentamente rimettono a posto i loro attrezzi nei furgoni, già pronti per ripartire, probabilmente diretti verso Santa Croce, dopo la sessione mattutina al lago Morto.
Quel che per noi è mezza mattina, per loro è già mattina terminata. Ed il sole deve ancora iniziare a scaldare questa fredda valle!
Nel giro di 15 minuti sono già spariti tutti, il parcheggio si svuota, preparandosi ad accogliere tra 2 o 3 ore gli ultimi turisti da spiaggetta, a caccia di un raggio di sole e di qualche momento di pace.
Noi prendiamo un caffettino al baretto della spiaggia e partiamo lungo il sentiero che costeggia il lago, sotto alla verde parete della valle.
In 10 o 15 minuti incrociamo il bivio per Borgo Piccolo e Borgo Caloniche. Il segale indica 2 ore, ma già ad occhio stimiamo che la tempistica indicata è un po esagerata.
Iniziamo a salire lungo la sterrata di sinistra, come da segnale.
Il fondo è buono, la pendenza è tranquilla e ci lascia il fiato per chiacchierare e godersi il sole che finalmente fa capolino sulla fetta di parete dove stiamo lentamente salendo.
Tutto procede per il meglio, senza alcuna difficoltà, in assoluto relax.
L’unico fastidio è dato dalle ragnatele che di tanto in tanto attraversano il cammino, ma a parte questo dettaglio, la passeggiata è assolutamente rilassante.
Di colpo sulla nostra destra lo sguardo inizia a spaziare su di un prato verde, ed alla fine del prato scorgiamo il primo borgo, un pugno di case.
Ultimi metri di sentiero e siamo al centro del borghetto, Borgo Caloniche di Sotto, in una sorta di piazza con tanto di fontana centrale.
Facciamo due passi per vedere il resto del borgo, scambiamo quattro chiacchiere con un abitante del luogo (uno di quelli fissi, non di quelli della domenica) e poi ritorniamo sui nostri passi, fino al sentiero da cui siamo arrivati.
Nel tentativo di continuare a salire, verso la frazione più alta del borgo, imbocchiamo erroneamente un sentiero che sale lungo una teleferica.
Nel giro di quindici minuti ci rendiamo conto che è troppo ripido e troppo poco marcato per essere il sentiero che speravamo.
Torniamo sui nostri passi e proviamo un secondo sentiero pianeggiante, che lasciata l’ultima casa del borgo, s’immerge ben presto nel fitto del verde.
Di nuovo ragnatele e qualche pianta di troppo. Pare che sia poco frequentato. Siamo un po dubbiosi ma decidiamo di insistere, in fondo non presenta una pendenza degna di nota ed il tentativo ci appare tutt’altro che impegnativo.
Una lieve salita finale ed iniziamo a scorge il secondo borgo: Borgo Caloniche di Sopra.
Due chiacchiere con un paio di altri camminatori ci rivelano che dal borgo si potrà poi scendere per prati, lungo una breve valletta, che non possiamo assolutamente perdere.
In effetti i primi suggerimenti ci descrivevano altri giri ben più ampi che prevedevano di passare su sentieri che presumo non avremmo mai individuato. Ma ascoltare con che passione queste persone descrivono i luoghi a cui sono affezionati, riempie talmente il cuore che non si può bloccarli, si deve lasciare che parlino fino a quando il loro disegno è completo, ricco e pieno.
Naturalmente ci salutiamo sapendo già tutti che seguiremo il percorso più breve e sicuro, ma se dovessi ricapitare in zona, credo che proverei volentieri a perdermi dove mi suggerivano loro.
Borgo Caloniche di Sopra sembra ancor più piccolo del precedente e, se possibile, anche più caratteristico.
Lo attraversiamo in un attimo, guardandoci attorno in cerca di scorci preziosi che rimandino ad altri tempi.
Un signore del posto ci conferma che il sentiero breve esiste e ci guida gentilmente tra un cortile e l’altro fino a quando possiamo iniziare a scendere lungo il bordo di un prato.
La via attraverso la piccola valle è facile, veloce e ci conduce tra prati baciati dal sole. Una meraviglia!
In poco tempo siamo di nuovo a Borgo Caloniche di Sotto e quindi di nuovo pronti a rientrare verso le sponde del lago Morto.
Ripercorriamo rapidamente la via dell’andata, fino al lago, e poi fino al baretto sulla spiaggia.
La scena è piuttosto differente da quella fredda del mattino. Il baretto e la spiaggia sono adesso affollati di gitanti della domenica, esposti al sole ed alle arie buone del lago Morto.
Ci facciamo un panino a testa, una birretta e restiamo un po a sonnecchiare su due panche.
Dopo una pennica di mezzora, purtroppo è il momento di levare le tende, bisogna rientrare prima che il traffico ci imbottigli a Vittorio Veneto.
La prossima volta che passerò in Fadalto punterò con il dito quel pugno di case sul ciglio del precipizio e tenterò di dire a qualcuno “Lì, vedi lì? Ci sono stato qualche tempo fa, dopo un sacco di tempo, ne vale proprio la pena e la fatica non è nemmeno tanta, anzi…”
Ma, per uno che non ci si è mai soffermato prima con lo sguardo, le mie parole non avranno gran peso, anzì, probabilmente l’unica cosa che gli verrà da rispondermi sarà “Ma guarda tè a sti qua dove gli han fatto far le case.” o forse peggio ancora “Ma guarda questo che va a 40… Ma perché non se ne torna a casa?!? MUOVITI!!! … Dicevi scusa?”
Alla prossima! :O)