2 Febbraio 2025 – Da via Peron, a Solighetto, salita alla cresta di Col Franchin (440 m) e rientro su percorso ad anello.
Domenica 2 Febbraio 2025, qualche ora a disposizione, sole e aria limpida. Partiamo per una meta poco lontana, il classico percorso dietro l’angolo, vicino ma non ancora considerato: la cresta di Col Franchin.
Di suo Col Franchin fa 440 metri, niente di che, se non che sta in un’area vicina a molti paesi e paeselli ma allo stesso tempo isolata e quasi dimenticata. Il tipico posto da Paletto!
In questa zona, appena a nord di Solighetto, le colline sembrano una tovaglia piena di pieghe e pieghette, puntellata di vigne e boschi, alternati a pareti di conglomerato quasi verticali. Un paesaggio tutto da vedere. Si parte!
Ci portiamo in auto all’inizio di via Peron, a nord di Solighetto, poco prima della storica trattoria della Clemi. All’imbocco di via Peron c’e uno spiazzo sulla destra, lungo il torrente Peron (appunto) e noi lasciamo l’auto proprio lì.
C’incamminiamo lungo la strada asfaltata per qualche minuto, al freddo e all’umido del mattino, fino a prendere una sterrata sulla sinistra che ci porta ancor più al freddo e all’umido.
Qui si fa visita ad una bella parete verticale di conglomerato, poi si sale a vedere le vigne in cima alla collina ed infine si scende di nuovo in strada, poco prima dell’inizio di Via Col Franchin. Se avete fretta e non v’interessa particolarmente il paesaggio Unesco … tirate dritto sull’asfalto fino a Via Col Franchin.


Presa Via Col Franchin, potete salire tranquillamente per 10 o 15 minuti, fino a quando la strada arriva ad un bivio: dritto o sinistra. Noi si sale verso sinistra, ma probabilmente anche andando dritti non si sbaglia di molto.





Dopo una serie di rampe si esce dalla parte boscosa ed il paesaggio si apre nuovamente con una serie di vigneti. Noi ci giriamo attorno sulla sinistra e poi sopra, seguendo nella parte alta un sentierino che sbuca nuovamente su una strada cementata, forse quella che avremmo percorso andando dritti al bivio… forse.
Qualche centinaia di metri e sulla sinistra inizia una traccia leggera, fate attenzione a non perderla, che vi porterà proprio sulla cresta del Col Franchin.


Si sale bene fin da subito e si inizia ad ammirare il panorama verso Nord, verso il Cesen, l’ippopotamo, Praderadego, San Boldo e via così, compreso giù sotto di noi Rolle e la Terrazza Martini.



Inizialmente ampia, la cresta si fa presto più stretta ed il sentiero più esposto. Raggiunta la grande Croce in metallo notiamo una fila di lampadine e ci vien da pensare che a Natale qui si accenda un po di luci per far vedere la croce da lontano.



Passata la croce, e presa qualche foto dello spettacolare panorama verso Arfanta e Mondaresca, s’inizia a scendere, sempre su cresta, con alcuni tratti molto più esposti di prima. Niente di pericoloso, ma comunque raccomandiamo passo fermo e poco cazzeggio!



La cresta scende per un buon tratto, fino ad un borghetto dove decidiamo di iniziare il rientro. Per chi invece avesse ancora tempo, si può arrivare alla strada del Molinetto della Croda, attraversarla e salire sul lato opposto al Bivacco Marsini. A voi la scelta.
Noi per il rientro prendiamo un sentiero che si tiene alla base della cresta appena percorsa, e poi ci spostiamo verso sud su sterrata ed in parte su bosco (vedi traccia a fine racconto). Se avete una mappa (digitale o meno) potete farvi voi un tracciato di rientro che vi permetta un anello. Qui passare dove non si è passati prima, anche solo per qualche centinaio di metri, può svelare una cascata, una parete, una valletta curatissima da chi ne usa la legna, o un tratto di ruscello limpido… insomma vale la pena provare un itinerario diverso al rientro.

Arrivati ad una casera chiusa ma ben tenuta, approfittiamo del muretto dove fanno la grigliata e ci sediamo per mangiare qualcosa. Il giro volge oramai al termine e prima di scendere troppo in basso, preferiamo goderci un po di sole fuori dall’umidità del fondo valle.
Lasciamo la casera e scendiamo lungo la strada sterrata, fino ad arrivare ad un cancello in legno che da su Via Col Franchin… siamo chiusi dentro! Senza rendercene conto siamo all’interno di una proprietà privata, da diverso tempo direi. Fortunatamente lo steccato è facilmente oltrepassabile e con poco siamo di nuovo liberi! 🙂

Percorriamo quel poco di Via Col Franchin che ci resta ed usciamo nuovamente su Via Peron, che assieme al fido torrente Peron, ci conduce nuovamente all’auto.

Inutile dire quanto siano particolari i paesaggi. Se poi aggiungiamo le cascate che di tanto in tanto si aprono a destra ed a sinistra di Via Col Franchin, le pareti verticali che spesso si affacciamo a Sud, come pieghe di un’enorme tovaglia, ed ultimi ma non ultimi i panorami verso Nord e verso la zona della Mondaresca e di Arfanta, … noi consigliamo vivamente di farvi 4 passi qui in zona, anche solo per passare un paio d’ore appena fuori paese ma praticamente in un micro cosmo isolato dal resto. E poi ogni 100 metri c’e’ qualcosa da vedere e fotografare!
OK, anche oggi è andata bene, rientriamo!
Buoni giri!