17 Luglio 2004
La sezione sportiva del paletto in azione a Santa Cruz, paesetto a sud di San Francisco più che altro noto per il surf.
Hanno anche le montagne, di stampo prettamente collinare ma comunque impegnative, se percorse per un numero sufficiente di chilometri. E la gara ne prevedeva 50 per il percorso più lungo. C’erano poi anche 32, 24 e 7 in modo da permettere a chiunque di divertirsi per il tempo che riteneva opportuno. Il paletto si è schierato ai due estremi.
La gara più lunga prevedeva anche l’attraversamento di un fiume, una quindicina di metri, acqua a metà coscia nel punto più profondo. Due le scuole di pensiero: con scarpe o senza. Lo scrivente ha optato per la seconda preferendo perdere un po’ più di tempo ma mantenere scarpe e calzini asciutti. A parte qualche incertezza i sassotti rotondi erano piacevoli al tatto e non molto scivolosi. Altro tratto abbastanza impegnativo è stato un sentiero sabbioso incontrato attorno sul punto più alto. Per la disposizione del tracciato lo si è dovuto percorrere tre volte per un totale di almeno 3km, buona parte in salita. L’ultimo passaggio, a giorno ormai inoltrato, lo faceva assomigliare ad una pista di bob infuocata.
I ristori erano ben forniti. La nostra scelta è andata ai bocconcini di patate lesse pucciati nel sale. Coca cola come bevanda alternativa all’acqua, per darsi un po’ di tono.
Le gare di questo tipo, negli Stati Uniti vengono vissute come occasioni di immersione nella natura più che competizione vera e propria. Compilano una classifica, ma lo spirito durante la corsa è molto cameratesco e gioviale, almeno all’inizio.
Verso la fine tutto diventa più silenzioso e, onestamente, nelle ultime due ore, delle sette impiegate, si puntava a finire. Ma le prime quattro, ben oltre il 50% quindi, sono state di puro divertimento.