8 Settembre 2005 – In mtb al Rifugio Padova e Cercenà, Dolomiti del Cadore.
Oggi pausa! Niente lavoro, solo pensieri di libertà. Prendo la mtb e parto per il Cadore (BL), dove tante volte sono già passato sia camminando che pedalando.
E’ da un po di anni che non cerco libertà quassù. Oggi è un buon giorno, oggi ho un intero giorno tutto per me, per affogare nelle mie montagne, nei ricordi, nelle speranze, nei sogni.
Arrivo in Cadore e passo come sempre per la strada bassa di Calalzo, in zona stazione, tanto per vedere come cambiano le cose con gli anni. Poi punto verso Domegge, verso la piazza, verso il mitico panificio-pasticceria Da Vià … che però trovo chiuso per un’altra mezz’ora.
Un po deluso ed indeciso sul da farsi, sfodero il panino al formaggio portato da casa e ne faccio sparire metà. In fondo mezzogiorno è passato da più di un’ora e la fame fa capolino. Non si può mica partire con la fame!
La decisione post-panino mi guida verso il ponte sul lago (dietro la chiesa di Domegge. Parcheggio 300 prima del ponte e sfodero dal bagagliaio la mia scalpitante mtb. Assemblo ruote e freni e … si parte!
Prima tappa sul ponte per una foto … e per prepararmi psicologicamente ad una lunga salita su asfalto. Infilo una bella caramella alle erbe in bocca e 50 metri dopo il ponte inizio la salita, con calma, senza tirare troppo, cercando di godermi il momento.
Dopo meno di un’ora sono in prossimità del Rifugio Cercenà, ma è troppo presto e sono ancora relativamente fresco, meglio continuare verso il Rifugio Padova. Il patto è che se non ce la faccio, senza sforzi inutili, giro la mtb e scendendo mi fermo al Cercenà.
E invece la strada si lascia divorare con calma e dolcezza. Trovo il tempo di provare anche quialche deviazione su sentiero, tanto per avvicinarmi al torrente di fondovalle, dare uno sguardo in giro e rientrare poi sull’asfalto per continuare a salire.
Finalmente fa capolino un po disterrato e contemporaneamente appare tra gli alberi il Rifugio Padova. Sono arrivato, o quasi, e mi concedo un po di velocità per sfogare la gioia di esser riuscito a dosare per bene le energie.
Lo sterrato presso il Rifugio è costellato di statue in legno, una buona idea, un modo in più per avvicinare l’escursionista alla cultura locale.
Al rifugio poca gente. Prendo un panino e un paio di bicchieri di rosso, che gusto all’aperto, rienpendo gli occhi col verde dei prati e con l’imponenza degli Spalti di Toro.
Sono soddisfatto e rilassato. Le canzoni in dialetto locale che fanno da sottofondo mi ricordano che qui parlano quasi un’altra lingua … ma qualche termine lo colgo e mi fa sorridere non poco.
Ringrazio e riparto. Il vino non ha lasciato segni alcuni sull’andatura, bene! Ben presto rientro sulla parte asfaltata ed inizio la lunga e fresca discesa.
Ovviamente mi fermo anche al Rifugio Cercenà. Un altro po di sole, un altro panino, una birretta. Sto così bene che mi metto persino a leggere le e-mails lì, sotto il sole, tra i pochi escursionisti che come me hanno scelto il giovedì come giorno di relax. Mezz’ora di lavoro tra i monti, su di un tavolo di legno grezzo segnato dalle intemperie, con una birretta, un panino al formaggio … fosse sempre così!!!
Raccolgo gli stracci, mi vesto un po di più e mi lancio in picchiata sulla discesa finale, la più tosta, quella che richiede un po più di attenzione e freno.
Fine discesa, ponte sul lago, auto ed infine Pasticceria Da Vià! Direi che per oggi non serve altro.