19 Marzo 2006 – Salita in bicicletta alle malghe del Monte Tomba e Monte Grappa.
La giornata si prospetta buona. In pianura un lieve tepore annuncia l’avvicinarsi della stagione calda.
Mi porto in zona Pederobba (Treviso), alle pendici del Monte Tomba, a sud per la precisione.
In piazza Pederobba trovo ad attendermi il compare di oggi.
Ha proposto lui l’escursione odierna. “Andiamo a farci il giro delle malghe?” mi ha detto. Perche’ no? Non ci sono mai stato, motivo piu’ che sufficiente per andarci!
Caffettino, cornetto, e subito dopo assembliamo le mtb. Siamo pronti.
Dalla piazza di Pederobba ci spostiamo per qualche centinaio di metri verso est e imbocchiamo poi una laterale che punta verso nord. Sara’ la nostra strada per le prossime ore.
L’amico parte ad un ritmo un tantino sostenuto, mi stacca quasi subito, ma non c’e’ probelma, ho il presentimento che tra 10 o 15 minuti lo ritrovero’ sulla mia strada.
Non sbagliavo, forte dell’esperienza di un paio di anni prima, il fido compare era partito convinto di reggere un ritmo ben sostenuto. Purtroppo oggi non ha ancora l’allenamento di due anni prima, e se ne sta accorgendo.
Spompato. Non per la scarsa preparazione, ma per il ritmo sballato che si era imposto. Ci prendiamo un paio di pause, procediamo lentamente. Lui recupera ed io fisso un po il battito ed il respiro.
Ora procediamo meglio. Si sale, si chiacchiera e s’inizia a godere della gita.
Il panorama si fa piu’ aperto, dall’alto iniziamo a gustarci loe auto minuscole che passano su strade e paesi sotto di noi.
“Tra un po spiana” sento ripetere all’amico, ma la strada pare non sentirlo e continua a tirare.
Oramai siamo a regime, non importa se spiana adesso, dopo “quella curva” o tra 20 minuti. Oramai siamo nel momento migliore, si sale, si curiosa su qualche sterrata laterale, poi si riprende la principale. La fatica non ci opprime.
La lingua d’asfalto si fa ora largo tra zona boschiva un po meno pendente. Spiana un pochino e arriviamo ad un ristorante sulla sinistra, con ampio spiazzo sulla destra.
Il panorama e’ grande. Ci sono ancora tracce di neve e l’ariasi fa piu’ fresca.
Qui ci concediamo un attimo di tregua. Poi una telefonata arriva a rompere un po l’atmosfera. Ci tiene li fermi qualche minuto in piu’ del dovuto.
Ci raffreddiamo un tantino troppo e quando riprendiamo una lunga rampa diritta ci taglia le gambe.
Pazienza, sputeremo un po piu’ di sangue del dovuto, ma oramai siamo sulla cima del Tomba.
Passiamo oltre, verso il Monte Grappa. E’ sul Grappa che stanno le malghe e le ambientazioni migliori. Cosi’ mi rassicura l’amico, ma sento che le gambe iniziano ad irrigidirsi, e non e’ solo l’effetto dell’aria che ora si e’ fatta gelida.
Tratto in discesa e ancora un ulteriore salita. Il freddo ora si fa sentire e si somma alla fatica. Non nutro grosse speranze di riuscire ad allungare la gita verso il Grappa.
Giungiamo finalmente all’inizio della strada che sale al Grappa. E’ piu’ carica di neve di quella percorsa e le auto non potrebbero entrarci nemmeno con le catene, un cartello indica che la strada del Grappa e’ chiusa al trafico.
Ci guardiamo negli occhi ma non e’ un momento romantico, direi piuttosto che e’ un momento tragico!
Vorremmo continuare ma le gambe, il freddo e le macchie consistenti di neve che vediamo sul tratto che segue, ci sconsigliano di farlo.
Una malga con cucina a 20 metri dal bivio ci chiama gentilmente e c’invita ad accomodarci al caldo. Come resistere?
Gli ultimi sforzi sono per legare le mtb e recuperare i pochi valori dalle bici.
Siamo dentro, affianco al larin, ci scaldiamo e sentiamo che in effetti era la cosa giusta da fare. Fuori tira un vento freddo e deciso.
Dopo un po chiediamo se c’e’ qualcosa da mangiare e nel giro di qualche minuto ci ritroviamo davanti ad un bisteccone da paura. Lo divoro senza pieta’ e lo stesso fa il mio compare.
Vinello, caffe’ e la missione e’ compiuta. Adesso dobbiamo “solo” uscire al freddo ed in qualche modo scendere a valle.
Ci sono a prima vista due modi: uno piu’ lungo ci spinge ad Alano di Piave, un secondo piu’ breve e’ invece rientrare per la via di salita. Decidiamo per la seconda, senza rischiare di allungare troppo l’escursione.
Ripartiamo a ritroso, ben coperti, e quando possibile abbandoniamo la strada asfaltata per brevi deviazioni su sentiero in bosco.
La discesa e’ rapida e tranquilla. Presto siamo di nuovo in piazza a Pederobba.
Ci scambiamo qualche commento mentre riponiamo le mtb in auto.
Un’ultima tappa al bar li vicino per qualcosa di caldo e siamo pronti per rincasare.
ci salutiamo soddisfatti, sebbene leggo chiaramente negli occhi dell’amico una vena di delusione per il ritmo “normale” che ha dovuto tenere e soprattutto per non essere arrivati fin sul Grappa, dove la parte migliore ci attendeva.
Io credo, invece, sia stato un gran giro, tutt’altro che semplice. La salita ed il vento freddo non ci hanno semplificato la vita. Il paesaggio, il mondo visto dall’alto, la bisteccona ed il calore della malga mi hanno regalato momenti buoni.
La mia soddisfazione e’ piena, come sempre!