Al Bivacco Lastè e Rifugio Semenza, per il 926

1° Gennaio 2025 – Escursione al Bivacco Lastè sul Gruppo del Cavallo, passando per il Rifugio Semenza, lungo il sentiero alto 926 sia in andata che al ritorno.

Iniziamo l’anno nuovo con un’escursione classica, ma lo facciamo con un po’ di neve e ghiaccio sul terreno, giusto per vedere com’è la zona in inverno.

Ci portiamo a Col Indes (1161 slm) di buon mattino, come si usa dire, e lasciamo la macchina nel parcheggio pubblico adiacente a quello del Ristorante. Al rientro il ristorante sarà utile per rinfrancarci un pochino.

La mattinata si apre limpida e fresca, c’incamminiamo rapidi lungo la strada asfaltata che dopo qualche minuto si ricopre di neve e ghiaccio. Ok, prendiamo i ramponcini dallo zaino e iniziamo già ora a calzarli. Meglio prevenire che fasciare.

Fresca mattinata a Col Indes in Alpago
Fresca mattinata a Col Indes in Alpago

A 10 o 15 minuti di cammino, lasciamo la strada per prendere sulla destra il segnavia 926. Qui la scelta è tra lo stare bassi, sul fondo della Val de Piera, passando per il Sasso della Madonna e salire poi al Rifugio Semenza, oppure prendere il 926 che si porta subito più in alto, sul versante sinistro della Val de Piera che stiamo risalendo. Optiamo per il 926 che sappiamo, dai Social, essere stato percorso la settimana prima.

Il segnavia 926 che ci porterà  sotto Cima delle Vacche, fino al Rifiugio Semenza.
Il segnavia 926 che ci porterà sotto Cima delle Vacche, fino al Rifiugio Semenza.

Lasciati i prati iniziali, entriamo in bosco dove le tracce di neve spariscono. Qui nel bosco possiamo fermarci ad ammirare uno dei Cippi di confine della Serenissima, che sfruttava il legname della zona.

Cippo della Serenissima
Cippo della Serenissima

Saliamo gradualmente nel bosco e ci portiamo in zona più aperta, dove torna a farci compagnia un po’ di neve e qualche parte ghiacciata. I ramponcini sembrano fare il loro lavoro, anche se devo dire che i miei sono decisamente scarsi e me ne accorgerò soprattutto al rientro, in discesa.

I ramponi leggeri da camminata meriterebbero un capitolo a parte, ma qui il messaggio è “non lesinate”, quando ne avrete bisogno è necessario che stiano saldi allo scarpone, che non si spostino esponendovi a rischi inutili. Storicamente ho sempre avuto un ramponcino in zaino, in ogni stagione, da tacco o di quelli elastici con 5 punte sotto la parte anteriore dello scarpone. Dopo questo giro ho deciso che è meglio passare a qualcosa di più, buono anche con l’asciutto, se si decide di provare qualche traccia o sentiero meno battuto.

Il sole ci accompagna, l’aria è limpida e noi saliamo senza problemi.

Arriviamo ad affacciarci sulla Val de Piera; davanti a noi, come una felice rivelazione, si mostra il Cimon della Palantina e sotto, nell’ombra e nel freddo, si scorgere appena il Sasso della Madonna. Gli occhi si riempiono delle cime del Gruppo del Cavallo. Il cuore già spera di tornare in primavera a far visita al versante opposto di cui intanto ci accontentiamo di ammirare le verticalità.

Ci affacciamo sulla val de Piera di fronte al Cimon della Palantina.
Ci affacciamo sulla val de Piera di fronte al Cimon della Palantina.

Il percorso è adesso una sorta di posto in prima fila per ammirare la valle, tenacemente imbiancato dai resti della neve calpestata e ghiacciata, mentre i pendii intorno sono già per la maggior parte verdi.

Avanziamo in attesa di scorgere il breve passaggio di cengia, e soprattutto di scorgere il Rifugio Semenza, sia perché è proprio questo lo scopo dell’avanzare, ma anche per avere uno sguardo complessivo sullo stato del sentiero fino al suddetto rifugio. Qui è la parte che personalmente mi mette più ansia, sia per i miei ramponcini “ini” “ini” sia perché so che più di qualcuno è scivolato in passato e fermarsi, se c’e’ ghiaccio, non è ne facile ne simpatico…

La parte alta del percorso, aspettando di vedere il Rifugio Semenza in lontananza.
La parte alta del percorso, aspettando di vedere il Rifugio Semenza in lontananza.

In realtà il sentiero, appena compare più chiaramente ai nostri occhi, non promette male. Passiamo la piccola e caratteristica cengia, incrociando due ragazze che hanno passato il capodanno in bivacco, come scopriremo poi. Subito dopo iniziamo a salire seguendo le tracce sulla neve, che qui in effetti è presente in modo più marcato. Ma manca poco, e nonostante i miei ramponcini non siano i più indicati, a breve sarò al Rifugio Semenza.
Siamo a quota 2020 slm, a 2 ore e 45 circa dal Ristorante, con calma e pause incluse.

Finalmente in vista del Rifugio Semenza.
Finalmente in vista del Rifugio Semenza.

Per dovere di cronaca, nel salire, incontriamo anche chi ha preferito non mettere del tutto i ramponcini, e pure chi ha optato per veri e propri ramponi da ghiacciaio. Ognuno ovviamente fa le proprie scelte, e probabilmente viene da percorsi diversi da quello dove stiamo. Io personalmente qualcosa in zaino lo tengo da 30 anni abbondanti, non si sa mai.

Il Rifugio Semenza.
Il Rifugio Semenza.

Dal Rifugio Semenza saliamo direttamente al Bivacco Lastè, vera meta del percorso di oggi. La vista del bivacco è sempre suggestiva, ma devo dire che con la neve è ancor meglio del solito.
Siamo a 2030 slm, a 10 minuti scarsi dal Rifugio.

Mi porto di lato al Bivacco Lastè e provo a scorgere il sentiero che sale da Pian delle More, che era la seconda opzione per la salita di oggi. Esposto a Nord sembra molto più innevato e non mostra molte tracce segnate sulla neve. Di sicuro qualcuno è passato ma direi che abbiamo fatto bene a sceglie di partire da Col Indes.

Qualche foto di rito, qualche cima da indovinare sullo sfondo, e poi decidiamo di tornare verso il vicino Rifugio Semenza dove abbiamo già visto una panca pronta ad accoglierci, protetti dall’aria ed esposti al sole.

Tra il Rifugio Semenza ed il Bivacco Lastè.
Tra il Rifugio Semenza ed il Bivacco Lastè.
Arrivo al bivacco.
Arrivo al bivacco.
All'ingresso del Bivacco Lastè, sul Gruppo del Cavallo.
All’ingresso del Bivacco Lastè, sul Gruppo del Cavallo.

Al momento di ripartire realizzo che in effetti con i miei ramponi leggeri leggeri sto camminando sulle uova, non sempre ma spesso, e questo un po’ mi toglie il piacere del rientro. Va comunque tutto per il meglio, il passo resta saldo, ed in breve raggiungiamo la zona della cengia dove sale anche il sentiero che viene dal Sasso della Madonna. Non si vedono tracce sulla neve ed io non ricordo se sia complicato, quindi decidiamo di restare sul sicuro e rientrare per il 926 che ha saputo condurci fino a quassù.

Fuori dal bosco, al rientro, oramai ci manca poco per raggiungere la strada.
Fuori dal bosco, al rientro, oramai ci manca poco per raggiungere la strada.

Usciamo finalmente in strada, ghiacciata come al mattino, con un paio di decisioni per la prossima volta: un upgrade dei miei ramponi, e sicuramente ricordarsi di portare un paio di bastoncini, visto che oggi abbiamo capito che dimenticarli nel bagagliaio dell’auto non serve a molto.

Rientro tra le ombre lunghe.
Rientro tra le ombre lunghe.

Come pianificato, l’auto è a 30 metri scarsi dal Bar e Ristorante. Praticamente abbandoniamo in auto il superfluo, mentre ci fiondiamo dritti al caldo!

Qui ci coccolano per bene e noi li ringraziamo tanto!
Buoni giri!

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