22 Marzo 2007 – Camminata in cresta tra Nevegal e Col Visentin.
Giornatona regalata!
Come altro definire una giornata sulla neve con un cappello di sole e cielo limpido? Specie se si considera che davamo la neve oramai per spacciata da almeno un mese!
E invece no! Eccola, a grande sorpresa. Neve per due notti di seguito e tre giorni di freddo buono che la conserva anche alle quote più basse.
Aggiungiamoci pure che l’uscita era stata fissata alcuni giorni prima, in tempi non sospetti. Ne risulta che ti alzi la mattina prestabilita sperando non piova e non faccia troppo freddo, e cosa trovi fuori dalla finestra? Il sole, inaspettato, ma soprattutto la neve, che coi denti ha resistito per tre giorni!
Non c’è da scegliere, scartata in pieno la mtb, si carica in macchina le ciaspe e si va su in Nevegal. Potrebbe essere l’ultima ciaspolata in quest’anno un po’ avaro di bianca polvere.
Itinerario basic, in zona, per non sprecare tempo per strada.
Ma nemmeno troppo col fiato sul collo, abbiamo tutto il giorno e non ci va di far le cose di corsa.
Ritrovo a Vittorio Veneto, autostrada fino al lago di Santa Croce e qui colazione alla Baita (pizzeria ristorante a sud del lago di Santa Croce).
Visita alla spiaggetta di Lastra, la baietta piu a sud del lago di santa Croce. La spiaggetta, attrezzata da poco con un bar della pro-loco e qualche gazebo, è tranquilla e non frequentata in questa stagione.
Proseguiamo ma sempre senza fretta, fino a meta’ della sponda ovest del lago, dove lasciamo la strada principale e su piccola asfaltata ci portiamo verso Cornolade e Cornolade Alte.
Poco prima del bivio per Cornolade Alte, fermiamo la macchina per una breve sosta. A pochi passi dalla strada c’è un posto meraviglioso che pochi conoscono. Un piccolo torrente (denominato V. Maggiore sulle carte) si è qui divertito a scavare una serie di marmitte ed un salto (cascata), poco lontano dalla stada.
Tra una marmitta e l’altra ci sono piccole strettoie dove si può letteralmente tenere l’intero flusso del torrente in una mano. Mi da ogni volta una sensazione strana, tutta l’acqua del torrente passa per un attimo tra le mie mani.
Saliamo ancora su stradine, verso Quantin. Tutto il tratto dal Lago fin su a Quantin è una meraviglia continua di sottoboschi tempestati di fiori e terrazzamenti preparati dall’uomo. Consiglio vivamente di affrontare la salita in bicicletta o mtb, concedendosi le dovute pause.
Per i più goderecci segnalo un agriturismo, poco prima di Cornolade Alte. Non l’ho provato ma il posto è meraviglioso, vale la pena! Trovate indicazioni anche lungo il lato Ovest del lago di Santa Croce.
Da Quantin, paese di murales, saliamo su al piazzale Nevegal e invece di parcheggiare continuiamo seguendo le indicazioni per l’Orto Botanico. La corsa termina finalmente al parcheggio del ristoro “La Casera”.
Tra una pausa e l’altra sono oramai le 11.30 e dobbiamo ancora indossare gli scarponi. Poco male, siamo in ferie, la neve c’è ed è di buona consistenza, il sole ci bacia e nessuno ci rincorre!
Quindi, fedeli alla linea, decidiamo per un buon panino ed un rosso, visto che è ora di pranzo e probabilmente lungo l’itinerario troveremo tutto chiuso.
Ottimo! Rifocillati! Indosso scarponi e ciaspe. Il mio amico sceglie scarponi e ramponi, ma avra’ poi modo di pentirsene, nelle zone fredde, di neve soffice. Chiediamo a due escursionisti che rientrano e ci confermano che la neve c’è ed è pure bella, più su in cresta!
Si parte, una slitta a motore ha tracciato e calpestato la neve in precedenza, meno bello della neve vergine, ma sicuramente d’aiuto nella salita.
Presto siamo immersi nel bianco (intendo la neve, non il vino!), saliamo tranquilli fino al Giardino Botanico, e poi oltre, fino al Rifugio Brigata Alpina Cadore.
Tutto questo primo tratto offre natura e panorami, verso il lago di Santa Croce e la zona innevata di Malga Mezzomiglio (Cansiglio).
Al Rifugio Brigata Alpina Cadore, ci casca un po tutto.
Brutto forte il rifugio, ma soprattutto primi segni di antenne. Antenne che ci accompagneranno a ciuffi nutriti per tutta la cresta fino al Rifugio 5 Art. Alpina sul Col Visentin.
Non critico le antenne, se ci sono probabilmente hanno una loro funzione , segnalo però che l’impatto è forte. Se venite quassù a camminare, tenetelo ben presente.
NOTA: sarebbe carino da parte degli enti locali far togliere almeno le antenne in disuso.
La traversata in cresta fino a Col Visentin procede alla grande, bi-panoramica su Fadalto e contemporaneamente sulla Valle del Piave.
Pausa al bivacco invernale del Rifugio 5 art. Alpina al Col Visentin. Pennica in terrazzo su mini sdraio, al sole, circondati da grosse fette di ghiaccio che continuamente si staccano dalle enormi antenne e si frantumano cadendo e rimbalzando sui tralicci stessi.
Surreale, solare, rilassante. Probabilmente siamo anche immersi nelle onde elettromagnetiche (o come cavolo si chiamano), ma stiamo bene!
Ripartiamo e ci teniamo verso la valle del Piave, su sentiero più basso che su neve più alta e soffice ci conduce prima al bel Rifugio Bristot e poi nuovamente all’orrendo Rifugio Brigata Alpina Cadore.
Scendiamo. Comincia ad avvicinarsi il tramonto. Arriviamo giusti in tempo alla Casera per un altro buon panino ed una buona birra.
Due chiacchiere, un po di relax e viene anche il momento di riprendere l’auto per rientrare in quel di Vittorio Veneto.
Giornatona! Regalata!
Sole e neve dove si temeva pioggia, cosa chiedere di più?!?
Alla prossima!