27 Dicembre 2005 – Ciaspolata ai piedi del Monte Pelmo.
Freddo e neve ma non troppo vento, anzi a volte l’aria era così ferma che il silenzio risultava completo ed ovattato come solo poche volte se ne può godere.
Questa l’atmosfera che accompagna il Paletto in versione invernale.
Ci troviamo in Val Zoldana, poco oltre il paesino di Pianaz, all’ingresso di Mareson. Una strada asfaltata, sulla destra, conduce al piccolo paese di Coi. Proprio appena dopo Coi parcheggiamo l’auto ed iniziamo la vestizione.
Nevica e fa freddo ma il vento e’ clemente. Inforchiamo scarponi, ciaspole, bastoni, poncho, berretti, guanti e quant’altro ci consentirà di mantenere una temperatura decente per il primo tratto di camminata. Poi ci scalderemo e sarà più semplice.
Il segnavia da seguire e’ il 473 inizialmente ed il 498 poi. A dire il vero non si vedono molti segnali, ma una buona pista battuta consente di non aver grossi dubbi.
L’inizio in dolce salita (poco meno di 150 metri di dislivello) ci serve a regolare le ciaspole ed iniziare a scaldarci, almeno fino alle prime casere (dove si incontra il 498). Procediamo a passo un po incerto, le ciaspole chiedono un loro ritmo e non è che a tutti venga poi cosi’ “naturale”.
Dopo le casere, il percorso procede in leggera salita e si allontana definitivamente dalla civiltà. Il silenzio è sovrano e la neve che continua a fioccare rende tutto ancor più particolare e appagante.
Tutto procede nel candore più completo, la fatica si fa sentire ma in modo molto lieve, e’ forse un più forte la preoccupazione di tenere la “rotta” giusta e trovare poi modo di chiudere il percorso presso Pala Favera.
Consultiamo di tanto in tanto la cartina e all’incirca all’altezza del 474, peraltro non visibile, decidiamo che e’ ora di abbandonare la pista e scendere verso valle per bosco.
La speranza e’ di poter seguire le traccie di qualche precedente sciatore o “ciaspolaro”. Alcune tracce sembrano intuibili (non esattamente visibili), ma spesso neve fresca confonde e decidiamo in base a spazi tra alberi o direzione presunta. Non e’ un gran modo di procedere, ma la distanza da percorrere e’ relativamente breve, e questo tratto di bosco non nasconde dirupi o altri “problemi” simili.
Grazie alla buona guida del più esperto dei 3, arriviamo infine al camping Pala Favera e, passando tra gli ospiti e le loro case viaggianti, conquistiamo finalmente qualcosa di caldo al Rifugio Monte Pelmo, presso all’ingresso del campeggio.
Inutile dire che l’uscita (circa poco meno di 2 ore e mezza) si e’ conclusa alla grande. Resta solamente un particolare: l’auto e’ ancora parcheggiata a Coi!
Fortunatamente uno di noi rimedia un ottimo passaggio su spazzaneve fino a Pianaz, dando poi inizio ad una sorta di gioco “barcaiolo, capre e cavoli” per recuperare automobili e palettiani!