Sabato 14 Gennaio 2012 – Camminata invernale in salita da Sottocroda a Rospes,
Stamattina mi son svegliato con un sacco di pensieri per la testa.
Di dormire non se ne parla, pescare non ne ho voglia, troppo freddo per andar in bici … una camminata, ecco quel che alla fine potrebbe svoltare la mattinata.
Prendo il minimo indispensabile, niente zaino, con il clima che c’e’ fuori, un minimo di giubbo è d’obbligo e pertanto una tasca per la bottiglietta d’acqua la trovo di sicuro.
Dove si va?
Oggi sarà una passeggiata sfogo, serve un tracciato pacifico, lineare, asfaltato o sterrato, dove si possa procedere spediti, per ore, senza troppo guardar dove si mette i piedi.
Ho bisogno di salire in alto ed osservare il mondo da sopra, da una prospettiva lontana ed elevata.
Mi serve per riprender la misura dei pensieri e delle idee.
E’ come quando stai male e qualcuno alla fine ti dice “ma dai, non vedi che c’e’ chi sta peggio?” … ecco oggi ho bisogno di andar su in alto e riprendere la misura, vedere che in fondo c’e’ ben altro che le quattro cose che mio frullano in testa.
Salgo in macchina e vado verso i laghi di Revine, lì c’e’ tutta una pedemontana da salire, ci sarà pure una strada che ancora non ho camminato!
Eccola, Via degli Alpini, a Sottocroda! Questa sale di sicuro, vediamo dove si arriva!
Parcheggio vicino al cimitero di Lago (credo sia quello di Lago) ed infilo una felpa ed un giubbo senza manica.
Scarponi, acqua, macchina fotografica … pronto!
Raggiunta Via degli Alpini, ne percorro un primo inizio e subito mi si para davanti un bivio: Rospes 5 Km oppure La Posa 8 Km.
Facciamo Rospes 5 Km, che non vorrei distruggermi del tutto!
Parto a ritmo sostenuto, inforco un primo tornante, salgo, salgo e salgo.
Probabilmente percorro 2 km o poco più, poi il sentiero diventa più piatto, passa vicino ad una vecchia cava e degrada notevolmente, sembra quasi terminare.
Ci resto piuttosto male, tanto che vedendo un signore con un fuoristrada fermo in mezzo alla parte più malridotta del sentiero, gli chiedo informazioni.
“Finisce qui. Non vai da nessuna parte per di qua, al massimo puoi scendere e prendere un sentiero che ti porta sulla strada per La Posa.”
Accidenti, devo aver sbagliato da qualche parte, e così gli spiego che cercavo di arrivare a Rospes.
“Ah beh … allora hai sbagliato quasi subito, devi scendere di nuovo quasi fino al bivio con i cartelli, invece di salire seguendo il tornante, dovevi tirare dritto e passare vicino allo scavo che c’e’ laggiù.”
Bene … di male in peggio, ho tirato come un matto ma sulla salita sbagliata!
Per fortuna il personaggio mi offre un passaggio, ha terminato di lavorare in bosco ed è arrivata l’ora di rientrare a casa.
Ci facciamo un po di chiacchiere, mi fa vedere dove la figlia ha sistemato una vecchia casera, e in breve mi ritrovo all’inizio, poco oltre il bivio per Rospes.
Ok, saluto e riparto, ma stavolta per la direzione corretta!
Salgo, ma un po più lentamente, almeno fino a quando non riscaldo nuovamente le gambe.
Non è breve.
I 5 Km indicati, percorsi a piedi, in costante salita e con almeno altri 2 km già in saccoccia, si rivelano abbastanza pesantini.
L’ultimo km soprattutto mi vede far almeno 3 pause.
In una di queste, nei pressi di un tornante, una coppia di signori si ferma un attimo con il fuoristrada, come per chiedere con gli occhi “Tutto bene?!?”.
Gli faccio cenno che è tutto ok e senza nemmeno il fiato per salutare li osservo ripartire un po dubbiosi.
Oramai manca poco, vedo la vegetazione che si dirada, c’e’ più luce, non può esser ancora tanto lontano.
In effetti, 15 minuti dopo aver incrociato i due perplessi personaggi, mi trovo ad osservare il mondo dall’alto, presso una casera dove la strada termina.
Non so dirvi se in realtà io sia arrivato o meno a Rospes.
La strada terminava qui presso la casera, ed io ero stanco abbastanza da fermarmi almeno una mezzora per ammirare il panorama.
Un po di relax, qualche foto, un goccio d’acqua e poi pian piano inizio a scendere.
Scopro presto che e’ abbastanza dura anche scendere.
Ho consumato così tanto salendo che adesso arranco anche in discesa.
L’acqua è finita, ma soprattutto avrei bisogno di integrare un po dei sali persi in salita: camminare a ritmo sostenuto, con un giubbotto addosso, può privarti di buona parte dei liquidi e dei sali minerali.
Un po sfiancato, mi ritrovo a far pausa anche in discesa.
Per fortuna ho un paio di caramelle disperse nelle tasche chissà da quanto.
Le caramelle mi aiutano sempre, distraggono dalla fatica, dalla sofferenza e dalla sete.
Finalmente sono alla macchina!
Pregusto già una birra enorme e fresca … ma mi accorgo di aver solo pochi spiccioli!
Non è proprio giornata!
Mi accontento di un tramezzino ed una birra piccolissima… e corro a casa, a rimediare subito!!!