05 Settembre 2006 – Ferrata Formenton alla Tofana di Dentro (Dolomiti).
Oggi sveglia di buonora!
Siamo già all’Albergo Fiames, reduci dalla Ferrata Dibona che ci ha visti ieri in giro sul Gruppo del Cristallo per circa 8 ore.
Avevamo 3 giorni a disposizione, lontano da impegni di lavoro e routine quotidiana. Due sono stati ben spesi sulla Dibona, per il terzo ci resta solo da decidere!
Come detto siamo già alloggiati al Fiames, appena a nord di Cortina, quindi ne abbiamo di possibili scelte… E’ proprio uno di quei casi in cui la frasetta magica “l’imbarazzo della scelta” calza a pennello.
Unica costrizione: la seconda auto da recuperare verso sera, al parcheggio di Rio Gere, verso il Passo Tre Croci. Non troppo tardi, visto che poi dobbiamo anche rincasare, e un paio d’ore di strada non ce le toglie nessuno!
Non troppo vicino, non troppo lontano, non già vista e rivista, non banale ma non troppo complessa… Soprattutto non troppo lunga! Siamo ancora assolutamente provati dalla Dibona del giorno prima.
Si decide infine per la Formenton, sulla Tofana di Dentro. Panoramica, non troppo lunga, non troppo complessa.
Pronti? Via! Dritti dritti alle funivie di Cortina!
Ci portiamo in auto fin su all’impianto di Col Druscié e da qui prendiamo il primo tratto di cabinovia, da Col Druscié a Ra Valles. Breve sosta e poi via di nuovo in cabinovia da Ra Valles fin su alla Tofana di Mezzo.
Mozzafiato! Specie il secondo tiro di funivia da Ra Valles alla Tofana di Mezzo.
Uno dei compagni tenta di spiegarmi come appare d’inverno, dove passano le piste… Non ci riesco, vedo solo roccia nuda e la mia immaginazione non va oltre quel che l’occhio vede.
Tutto troppo imponente per poter immaginare altro.
Su all’arrivo della funivia in Tofana di Mezzo ci concediamo una pausa riflessiva e una seconda mini colazione.
Dalla vetrata del bar ci gustiamo il panorama e le cabine che vanno e vengono. Siamo decisamente attratti dal vuoto che ci sta davanti, anzi forse e’ meglio dire sotto.
Bene! Guadagniamo il terrazzo esterno ed iniziamo la vestizione. Imbrago, caschetto, maglie etc… Ci siamo!
Foto panoramiche, foto ricordo… Via!
Iniziamo con la vicina cima della Tofana di Mezzo. Questione di 10 minuti e siamo sopra, su semplice sentiero.
Vista impareggiabile. Nemmeno una nuvola. Pare che il cielo sia di un unico magico colore azzurrino. Il sole scalda e filtra puro, senza nemmeno una sottile nube.
Ci sara’ da ridere stasera, visto che nessuno si e’ portato un po di crema solare!
Scendiamo dalla cima Tofana di Mezzo e poco sotto, sul sentiero percorso in salita, scorgiamo l’attacco della ferrata Formenton.
C’é gia’ qualcuno in fila e qualcuno che inizia il tracciato. C’è anche chi si è preparato con scarpone rigido da ghiaccio e neve… Un po perplessi, visto l’azzurro predominante, cominciamo pero’ a temere che l’agosto piovoso abbia in effetti lasciato brutte sorprese sulle parti in ombra.
La paura è adesso di non essere ben attrezzati per eventuale neve o ghiaccio in ferrata.
Pazientiamo un attimo ed appena l’attacco si libera, guadagniamo i pochi metri di cresta che che ci dividono dal lato in ombra della Tofana di Mezzo.
Ci affacciamo sulla prima parte del tracciato, che corre in discesa proprio sul lato in ombra. Uno sguardo veloce, un sorriso immediato. Nessuna traccia della neve che solo due giorni prima ci avrebbe impedito il passaggio!
Un po dispiaciuti per chi si era preparato al peggio, ma decisamente più rilassati per quel che ci riguarda, attacchiamo la Formenton!
Prima parte in ombra, discesa su cengia obliqua, attrezzata e non particolarmente impegnativa.
La stanchezza derivata dal giorno prima suggerisce di tenere ben agganciati i moschettoni alle corde d’acciaio.
Una lieve distrazione e uno di noi urta un ginocchio sulla roccia. Dice di veder le stelle, noi gli crediamo… In effetti non ha una gran espressione di gioia sul viso.
Sempre più convinti che oggi l’attenzione deve essere doppia, procediamo oltre, tentando di non sottovalutare la cengia in cui stiamo.
A fine cengia una piccola sella soleggiata ci attende. Non la deludiamo, anzi ci concediamo pure un a breve sosta per “cambio configurazione”… Via una maglia su un’altra.
Dalla sella alla cima Tofana di Dentro, dove termina la ferrata Formenton, è tutta salita ed è quasi tutta esposta al sole.
Pendenza maggiore rispetto alla discesa in ombra, ma non difficile! Si procede bene, senza troppa fatica e soprattutto col sole che contribuisce al buonumore!
Eccoci! Siamo in cima! E che cima!
Dalla cima della Tofana di Dentro, dove termina la ferrata Formenton, si ha una visione a 360 gradi che lascia senza fiato.
Qualche minuto per capire bene dove siamo, poi lentamente si inizia a scambiare le prime considerazioni:
Ma prima siamo scesi da li? E’ quella la cengia?
Certo! Oh, non sembrava mica cosi’ verticale!
Sara’ l’effetto della vista dall’alto… Figo!
E quello e’ il Cristallo? Dov’eravamo ieri?
….
E poi via via considerando tutte le cime che ci stanno intorno, fino a bloccarsi su qualche croda che
Per me e’ il Monte…
No, no, guarda com’è fatto…
Allora, cosa sarebbe?
Mi sa che e’ il Monte…
…
Che tanto poi non se ne esce, specie se gli altri in cima son tutti tedeschi e non ti possono dare supporto!
Si mangia, si prende una raffica di foto e anche un bel po di sole!
Poi si riparte. Rientriamo per la ferrata o scendiamo per il sentiero a nord, che passa per il Bivacco Baracca degli Apini? Il sentiero a nord! Of course!
In realtà il sentiero a nord è forse un po meno ripido della ferrata, ma di certo non meno esposto. Se poi si considera che e’ attrezzato pochissimo, ci vuol poco a capire che le ginocchia stanche (ed ancora reduci dalla Dibona del giorno prima) non tremano solo di stanchezza.
Alcuni passaggi su terreno coperto di ghiaino sono tutt’altro che rassicuranti. A tratti il pericolo è ben chiaro, quasi lo si vede, lo si sniffa nell’aria.
Stanchi, tesi e avidi di terreni più sicuri, finalmente raggiungiamo la zona più bassa, un pezzo dopo il bivacco Baracca degli Alpini.
Un po più rilassati procediamo concedendoci qualche sguardo in più ai resti militari che incrociamo strada facendo.
Passiamo un bel arco nella roccia e ci concediamo un’ultima pausa presso una grossa struttura militare.
Il Ra Valles, nostro punto di arrivo, si vede oramai sufficientemente vicino da consentire di azzardare qualche previsione:
Mi sa che in mezz’ora ci siamo.
No, no… Di più! Sicuro che almeno un’ora ci vuole.
Si, si! Vedi che li in mezzo fa una Valle?
Si scende e si risale!
Porca miseria, son a tocchi!
…
Ciò che più conta è che ora Ra Valles è univocamente eletto come punto d’arrivo. Non scenderemo oltre, sarebbe troppo lungo, faticoso e rischioso … Stasera dobbiamo anche guidare fino a casa!
Rifugio Ra Valles… Come detto si scende e si risale, e la risalita è di quelle tondeggianti, che sembrano finire li e invece poi te ne danno da camminare altrettanto… E altrettanto!
Ma, ovviamente, alla fine ci siamo!
Conquista del terrazzo del Ra Valles!
Lancio degli zaini sul tavolo.
Corsa all’interno per ordinare delle gran birre.
Finalmente, spaparanzati al sole, ci abbandoniamo al gran refrigerio che dalla gola scende allo stomaco e più giù ancora, fino all’animo!
Mezzora buona di ricarica, poi si prende la funivia e si raggiunge l’auto a Col Druscié. Qui ennesima pausa no-limits visto che l’auto è qui e non dipendiamo più dagli orari delle funivie.
Si chiacchiera, si ride, si è pure un bel po stanchi, ma contenti.
Ne abbiamo fatta un’altra, una ferratina niente male, spettacolare, inondata per tutto il giorno da un sole speciale, che la conca di Cortina attendeva da più di un mese.
Che dire? Ci sentiamo certo un po privilegiati, abbiamo in effetti avuto fortuna, ma sentiamo che abbiamo anche saputo sfruttare alla grande questi meravigliosi 3 giorni!
Finito di cazzeggiare, stiamo per ripartire, su a Col Druscié è oramai tutto chiuso e non c’è più nessuno in giro.
Arriva della gente per far due passi. Un padre con un bimbo. Passeggiano, chiacchierano. Li osservo un po distrattamente, catturando gli ultimi raggi di sole.
C’e’ qualcosa di famigliare… Certo! Che flash!
E’ l’autista che mi aveva augurato buona fortuna 2 giorni prima, mentre dall’Albergo Fiames scendevo in autobus a Cortina!
Incredibile! Non li disturbo, resto semplicemente immobile a guardarli, assolutamente senza parole.