Salita alla Cima del Monte Raut, da Palabarzana

1 Novembre 2024 – Escursione alla Cima del Monte Raut da Palabarzana, passando per Forcella Capra. Rientro sullo stesso percorso.

E così, dopo anni che uscendo dal posto di lavoro lo ammiravo da lontano, finalmente oggi sono venuto a salutarlo: il Monte Raut.

Il monte Raut è stato veramente un sogno nel cassetto per almeno 20 anni, senza un motivo particolare, semplicemente una di quelle cose che si continuano a rimandare per il gusto di avere qualcosa da fare in futuro.
Ma ad un certo punto viene l’ora di decidere, e per il Raut l’ora è scoccata in questo autunno 2024.

Un primo piano è saltato causa neve, mi son detto che forse dopo 20 anni che aspettavo valeva la pena andarci quando c’era meno rischio. Ed il giorno è arrivato.

Partiti di buon’ora, con pausa colazione lungo la pedemontana friulana, alla fine siamo giunti alla forcella Palabarzana per lasciare l’auto.

Da qui si sale.
Non c’e’ altro da fare, si sale per 2h e mezza abbondanti, fino Forcella Capra, poi si sale ancora ma un po’ meno e molto meglio.
Ma andiamo con calma, vediamo come si arriva a Forcella Capra.

Da Palabarzana, dopo una prima collinetta verde che si percorre in mezzoretta scarsa, il paesaggio vira bruscamente e si attraversa un ambiente molto particolare, una zona di frana con pennacchi e torrioni molto belli, anche se evidentemente molto precari. Qualche foto qui è d’obbligo, e a mio parere il posto vale da solo una passeggiata, specie per chi non ha troppa voglia di far fatica ma vuole comunque immergersi in qualcosa di molto particolare.

Partenza da Palabarzana
Partenza da Palabarzana
Un po' di nebbia in valle.
Un po’ di nebbia in valle.
Il passaggio in zona di frana. Molto particolare.
Il passaggio in zona di frana. Molto particolare.

Si prosegue poi in ambiente un po più boscoso, fino ad uscire sul canalone da dove scende una stretta lingua di ghiaione. (altri 20 minuti circa)

Proseguiamo in zona boscosa e poi di prato.
Proseguiamo in zona boscosa e poi di prato.

Eccolo il punto peggiore per quel che mi riguarda, quella benedetta lingua di ghiaione, dove si sale spesso di lato al ghiaione ma in qualche tratto anche direttamente sul ghiaione, verticale e poco stabile, com’è solito essere un ghiaione. Una bella fatica. Qui mettete in conto una salita di 45 minuti circa, non troppo lunga ma fastidiosa, sia in salita che poi in discesa. Portatevi le bacchette, anche se non le sopportate, come nel mio caso, ma vi assicuro che qui una certa differenza la fanno.

Eccolo, inizia il ghiaione, che ci porta a ridosso delle pareti di roccia.
Eccolo, inizia il ghiaione, che ci porta a ridosso delle pareti di roccia.

Passato il ghiaione, arriviamo a ridosso della roccia dove un simpatico nano da giardino ci aspetta. Il nano nella roccia! Da qui il sentiero s’inerpica tra due pareti di roccia, attraversando anche un tratto attrezzato, in parte su fondo un po’ friabile e sconnesso, ma sempre meglio del ghiaione di prima.

Il nano da ghiaione, che ti conforta dalla sua nicchia nella roccia!
Il nano da ghiaione, che ti conforta dalla sua nicchia nella roccia!
Passaggio attrezzato, salendo a Forcella Capra.
Passaggio attrezzato, salendo a Forcella Capra.
Iniziamo ad ammirare da vicino le pareti rocciose,
Iniziamo ad ammirare da vicino le pareti rocciose,

In circa un’ora si giunge a Forcella Capra. Che gioia, mettere finalmente i piedi su una zona più salda e soprattutto… che spettacolo!
Forcella Capra ci dà accesso con lo sguardo al versante Nord e a tutto ciò che vi si trova. L’occhio spazia finalmente su cime nuove ed ambienti privi di traccia umana. In forcella c’e’ spazio, vale una pausa, un mezzo paninetto, qualche foto e un po’ di osservazione delle cime sul versante nord.

A Forcella Capra si inizia a guardare verso Nord.
A Forcella Capra si inizia a guardare verso Nord.

Da Forcella Capra si prende finalmente la cresta, verso Ovest, in direzione della Cima del Monte Raut. Si procede in lieve saliscendi e la cima resta sempre più o meno visibile in lontananza. Il sentiero si avvicina alla linea di cresta di tanto in tanto, consentendo di “gettare” lo sguardo verso la parte da dove siamo saliti. Si, “gettare”, perchè ci sono punti dove il salto verso sud è piuttosto impressionante.
Si passa anche un tratto attrezzato, non esposto e non complesso, ma se avete un caschetto usatelo, qui alcuni sassi sono scesi, smossi involontariamente da un gruppo che scendeva.

Da Forcella Capra, si parte lungo la cresta, in direzione della Cima del Monte Raut.
Da Forcella Capra, si parte lungo la cresta, in direzione della Cima del Monte Raut.
In cresta verso la Cima del Monte Raut.
In cresta verso la Cima del Monte Raut.
Tratto attrezzato in cresta. Mettete il caschetto se l'avete portato, qui sono volati sassi involontari dal gruppo che ci stava di sopra.
Tratto attrezzato in cresta. Mettete il caschetto se l’avete portato, qui sono volati sassi involontari dal gruppo che ci stava di sopra.

L’ultimo tratto, più roccioso, ci porta nei pressi della croce del Raut, da dove la vista è un 360 gradi notevole. Considerate circa 50 minuti da Forcella Capra alla Cima.

Facciamo due calcoli rapidi e, soste incluse, da Palabarzana a cima Raut ci sono servite 3 ore e mezza abbondanti.

Qualche chiacchera con gli altri escursionisti fermi in cima per foto e panino. Qualcuno si sdraia a prendere il sole, che in effetti batte bene oggi.

La croce in cima al Monte Raut.
La croce in cima al Monte Raut.

La discesa si effettua per la stessa traccia seguita all’andata.
Attenzione! Perdiamo purtroppo la traccia pochi minuti dopo l’inizio della discesa, infilando un sentiero (meno battuto ma comunque presente) che scende per il versante nord. Ce ne accorgiamo dopo qualche minuto, quando la linea di cresta inizia a farsi un po troppo lontana. Ritorniamo sui nostri passi e ritroviamo il sentiero vicino alla linea di cresta.

Roccia erosa e vista a Nord, scendendo dalla Cima del Raut.
Roccia erosa e vista a Nord, scendendo dalla Cima del Raut.

Da Forcella Capra in giù per me è una sofferenza, ho un ginocchio dolente ed il ghiaione non aiuta. Ne ho fatto anche diverse parti in discesa sulla ghiaia, che con il giusto passo risulta più semplice e divertente, ma il ginocchio comunque alla fine grida vendetta. Portatevi i bastoncini da trekking, magari li tenete in zaino se non vi piacciono, ma io vi suggerisco fortemente di averli.
Finalmente il ghiaione termina e la parte in prato e bosco mi lascia respirare.

Verso la fine del rientro ci fermiamo nuovamente nella mistica zona di frana. Verrebbe da andarle a toccare queste torri di roccia, ma sembrano decisamente instabili e non vedo tracce di avvicinamento. Meglio restare sul sentiero.

Nuovamente di passaggio per la zona di frana, al rientro.
Nuovamente di passaggio per la zona di frana, al rientro.

Bene, un ultimo sforzo e siamo giù al parcheggio, a Palabarzana.
Sono quasi le 16:00 ed il sole se ne sta già andando. Dalla cima del Raut a Palabarzana, soste comprese, ci sono volute quasi altre 3 ore e mezza. Il ginocchio non ha aiutato, ma anche i panorami e le zone in cui si passa, hanno richiesto qualche sosta e magari anche qualche foto.

Ottimo, anche oggi si è conclusa bene, è tempo di andarci a bere una meritata birra! Buoni giri!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.